Leopardo nero, lupo rosso by Marlon James

Leopardo nero, lupo rosso by Marlon James

autore:Marlon James [James, Marlon]
Format: epub
ISBN: 9788893428965
editore: Frassinelli
pubblicato: 2019-11-30T16:00:00+00:00


Mestogo fece la strada per tornare a casa del nostro ospite quasi di corsa. Poi filò in camera sua e un attimo dopo russava. Il bufalo era in cortile e brucava l’erba, che doveva avere un cattivo sapore ma a quanto pareva gli piaceva. Alzò lo sguardo e quando vide la tenda che avevo addosso sbuffò. Io feci un verso scocciato e me la strattonai, fingendo di non riuscire a togliermela. Di nuovo, lui se ne uscì con quella che sembrava una risata, ma nessuno di questi animali cornuti sa ridere, anche se chissà quale dio ci stava giocando i suoi tiri birboni tramite lui.

«Buon bufalo, si è fatto vivo qualcuno a casa di quest’uomo? Qualcuno vestito di nero o di blu?»

Lui scosse la testa.

«Qualcuno vestito nel colore del sangue?»

Lui sbuffò. Sapevo che non poteva vedere il colore del sangue, ma qualcosa in questo bufalo mi faceva venir voglia di scherzare con lui.

«Ahimè, temo che ci spiino.»

Lui si guardò intorno, poi si voltò di nuovo verso di me ed emise un lungo grugnito.

«Se si presenta un uomo in blu e nero, o con un mantello nero, da’ l’allarme. Ma fai di lui ciò che più ti piace.»

Lui dondolò la testa su e giù e gorgogliò.

«Bufalo, prima che il sole ci lasci, torneremo alla riva del fiume per un’erba migliore.»

Lui gorgogliò e dimenò la coda.

Nella stanza del Leopardo c’era solo una traccia. Se avessi voluto, avrei potuto annusare in profondità nei tappeti, oltre la merda e lo sperma e il sudore suo e del ragazzo, e sapere dove erano andati e dove sarebbero andati. Ma la verità è questa: non me ne importava. Nella stanza rimaneva solo quello che avevano fatto, niente che appartenesse a loro. Ed ecco un’altra verità. In effetti una traccia di interesse in me c’era, sufficiente per sapere che stavano andando a sud-ovest.

«Sono partiti prima che facesse giorno», disse il padrone di casa dietro di me. Indossava un caftano che non nascondeva la sua nudità sottostante. Un vecchio shoga? Era una domanda che non avevo voglia di fare.

Mi seguì mentre mi avviavo verso la stanza di Sogolon. Non cercò di fermarmi.

«Qual è il vostro nome, signore?» chiesi.

«Cosa? Il mio nome? Sogolon aveva detto che non ci sarebbero stati nomi… Kafuta. Mi chiamo Kafuta.»

«Mille grazie per il riparo e il cibo che ci date, signor Kafuta.»

«Io non sono un signore», disse, guardando oltre la mia testa.

«Siete il signore di questa magnifica casa», dissi.

Ebbe un sorriso che svanì presto dalla sua faccia. Avrei detto, Accompagnatemi alla sua stanza, questa è pur sempre casa vostra, se avessi pensato che entrare da Sogolon fosse ciò che voleva. Lui non ne era intimorito; sembravano piuttosto fratello e sorella o uniti da vecchi segreti.

«Allora entro», dissi. Lui guardò me, poi oltre la mia testa, poi di nuovo me, stringendo le labbra in segno di indifferenza. Io mi diressi alla porta di Sogolon.

«Volete seguirmi?» chiesi mentre mi voltavo e scoprivo che se n’era andato.

Sogolon non aveva chiuso la porta a chiave. Non che qui le porte avessero la serratura, ma era quello che mi sarei aspettato da lei.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.